Beni storici – artistici

Tarocchi o Carte da Trionfi

A cura di

Federica Fanti

Nel Quattrocento quelli che oggi definiamo tarocchi erano indicati come “carte da trionfi” e la più antica testimonianza è datata 1442, quando vengono menzionati in un inventario estense. La commissione di carte da trionfi appositamente miniati per gli Este è databile intorno al 1470 circa e fu probabilmente eseguita per il matrimonio tra Ercole I ed Eleonora d’Aragona avvenuto nel 1473, come fanno ipotizzare le rispettive insegne familiari presenti sulle carte. La regina di spade, quella di bastoni così come il cavallo dello stesso seme portano lo stemma estense, mentre il re e il cavallo di spade sono decorati con l’insegna aragonese. Purtroppo la perdita della carta dell’Amore impedisce di comprendere se il mazzo fu eseguito in occasione delle nozze oppure in un momento successivo. 

Del mazzo si conservano sedici carte suddivise tra otto trionfi e otto figure, le quali si trovano conservate alla Yale University Library. Le carte si presentano con fondo dorato e decorato con motivi floreali impressi a punzone, mentre la cornice si presenta con motivo a rosette argentate. Le carte giunte fino noi sono: il Matto, il Bagatto, il Papa, la Temperanza, la Stella, la Luna, il Sole e il Mondo; mentre delle altre otto figure si conservano il Re, la Regina e il Cavallo di spade; il Re, il Cavallo e il Fante di bastoni; Regina di coppe e Re di denari.

Tradizionalmente l’origine delle carte da gioco, composte esclusivamente da carte numerate, risale all’area araba dove venivano identificate con il termine naibi. Successivamente alla loro comparsa in Italia furono aggiunte le figure chiamate appunto trionfi e benché non sia possibile indicare un centro preciso d’origine, la loro diffusione fu ampia e veloce e partì dall’Italia settentrionale. I quattro semi dei tarocchi sono legati ad una interpretazione filosofica delle più importanti inclinazioni dell’animo umano in cui nel seme di denari riconosce le attività volte ad accumulare ricchezza, nelle spade l’attività della guerra, i bastoni sono connessi al potere dei magistrati e dei pubblici ufficiali, mentre le coppe alludono al piacere. Le ventidue carte dei trionfi sono divise in due gruppi e il loro intento è quello di mettere in guardia dai pericoli della vita ed insegnare a evitarli.

Il gioco dei tarocchi trovò velocemente larga diffusione entrando a far parte dei passatempi delle corti. La vittoria non era dettata esclusivamente dalla fortuna nella distribuzione delle carte, ma il giocatore doveva essere dotato di ingegno e intuizione. In mancanza di tracce scritte le regole restano ancora oggi oscure, sappiamo però che la strategia di gioco era complessa e al termine erano previste due classifiche una di punteggio e una inerente al valore delle carte. In ogni modo sappiamo che i giocatori potevano essere minimo due e una carta alla volta veniva messa al centro del tavolo e a quella i giocatori dovevano rispondere al seme oppure con i trionfi. La carta più alta prendeva le altre e il giocatore poteva abbassare per primo un’altra carta. Il punteggio veniva assegnato in base al valore delle carte ottenute e aumentava a seconda di alcune combinazioni.

Ubicazione

Cary Collection, Yale University Library, New Haven

Oggetto

Tarocchi o carte da trionfi

Datazione

Post 1473

Tecnica e dimensioni

Tempera su carta in più strati sovrapposti con risvolti all’italiana, 140 x 78 mm