La medaglia celebrativa rappresentava fin dall’antichità un modo per veicolare il culto della personalità del Sovrano e per diffondere un messaggio di potere e di forza. Da un lato riportava il ritratto fisico del Signore e le indicazioni dei suoi titoli, dall’altro raffigurava attraverso immagini le qualità morali, civili e politiche che voleva comunicare all’esterno oppure celebrava eventi particolari come, in questo caso, la nascita del primogenito e futuro erede Francesco Geminiano d’Austria-Este nato a Modena il 1° luglio 1819.
Nel recto della medaglia sono ritratti centralmente i profili di Francesco IV, in primo piano, e di Maria Beatrice di Savoia, entrambi rivolti a destra. Attorno alle loro effigi è posta la scritta “FRANCISCO. IV. ATESTIO. ET. MARIAE. BEATRICI. CONJVG. OO. PP.” volta ad identificare correttamente le due figure. Francesco IV è rappresentato con i capelli corti velocemente tracciati e una folta basetta, mentre il volto è caratterizzato da precisi dettagli fisiognomici. La duchessa porta tra i capelli raccolti una corona mentre il suo viso, soprattutto nei tratti del naso e della bocca, appare delineato con minore precisione.
Nel verso è stata concepita una scena ricca di raffigurazioni e significati simbolici. Sulla sinistra è raffigurato un albero il quale, benché spezzato e mancante di una porzione del tronco, getta nuovi rami che simboleggiano la continuazione della vita. Accanto si erge in piedi il Genio Estense egli regge con il braccio destro il principe estense, mentre con il sinistro impugna spada e scudo a protezione del bambino. Al centro è distesa una figura maschile identificata come il fiume Panaro che rivolge lo sguardo al neonato indicandogli la città di Modena che si intravede sullo sfondo a destra, resa ben riconoscibile dalla torre Ghirlandina, su cui splende un raggiante sole emblema di buon auspicio, i cui finissimi raggi occupano l’intero sfondo. In alto è inserita la scritta “SPES. PVBLICA”, mentre in basso sotto la scena allegorica “MUTINA. EXULTANS / MDCCCXIX / KAL(ENDAE). IVN(II)”, infine sulla linea dell’esergo è presente la firma “G(IUSEPPE). MALAVASI”. A seguito della chiusura della zecca di Modena nel 1796 la medaglia venne realizzata tramite fusione direttamente dall’ideatore e disegnatore della stessa, Giuseppe Malavasi aiutato da Giulio Besini e, per la fusione, da Giovanni Grotolini di Senigallia.