Beni storici – artistici

Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù

A cura di

Federica Fanti

La ricchezza e la complessità delle allusioni e dei simboli presenti nel dipinto, lo rendono ancora oggi protagonista di numerosi dibattiti sulla sua interpretazione.

Su una morbida nuvola sono presenti le figure di Giove a sinistra, Mercurio al centro e una Virtù personificata da una figura femminile. Una delle peculiarità del quadro è proprio nella rappresentazione del re di tutti gli Dei, qui Giove è dipinto con una semplice tunica rossa, intento in un’attività manuale – ma solo ad una prima lettura – e solo attraverso il fulmine che poggia ai suoi piedi è possibile identificarlo. Giove è assorto nella sua attività di pittore: le gambe accavallate, la tavolozza dei colori e i pennelli tra le mani, sulla tela davanti a lui prendono forma delle farfalle. La tela e il cielo sembrano coincidere, i due elementi accordati dalla stessa tonalità di ceruleo si sfumano l’uno nell’altro, creando così l’illusione che Giove stia dando vita alle farfalle. Dietro alla tela nasce un arcobaleno dorato che potrebbe alludere al tema dell’alchimia e della creazione. Questo raggio illumina un paesaggio evanescente composto da alberi dalle foglie dorate, mentre sull’estrema destra si intravede una città fortificata. Alle spalle del Dio e al centro della composizione è presente Mercurio, i cui attributi iconologici sono invece ben identificabili – il petaso, i calzari alati e il caduceo dorato – il quale protegge l’otium del suo Dio dall’arrivo di un’affannata Virtù, che supplica di essere ascoltata. La torsione del volto di Mercurio è accompagnata dal gesto di portarsi un dito davanti alla bocca, invitando al silenzio la Virtù che sembra in procinto di porre una richiesta, rovinando così la tranquillità e il momento creativo del Dio. 

Il quadro è caratterizzato da colori accesi e da accostamenti cromatici contrastanti accentuati dalla sapiente combinazione di rosso, oro e blu che donano all’opera una grande forza narrativa. 

Il dipinto, secondo la più recente interpretazione di Vincenzo Farinella, fu commissionato per la Delizia di Belvedere (completamente demolita in seguito alla Devoluzione di Ferrara) ed è qui che il quadro avrebbe completato il suo significato. Infatti, proprio come il Dio Giove, il Duca Alfonso era solito trascorrere in questo luogo di quiete ore tranquille e spensierate lontane dagli impegni politici (rappresentati dalla Virtù che irrompe nella pace dell’otium), dedicandosi ad attività ricreative. Quindi il Duca si riconosce nella figura di Giove non solo per la corrispondenza di attività ma anche nel volto di quest’ultimo probabilmente ispirato ad Alfonso.

Ubicazione

Castello Reale del Wawel, Cracovia

Oggetto

Dipinto

Datazione

1523-1524

Tecnica e dimensioni

Olio su tela, 111 x 150 cm

Autore

Dosso Dossi

Crediti

Di http://www.wga.hu/art/d/dossi/jupiter.jpg - Pubblico dominio - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dosso_Dossi_010.jpg