Il ritratto commissionato a Sante Peranda per la Galleria di Alessandro I Pico a Mirandola, è oggi esposto al Palazzo Ducale di Mantova, dove arrivò nel 1716 in seguito alla depredazione degli oggetti più preziosi appartenenti al Ducato di Mirandola durante la guerra spagnola. Il protagonista è il principe Alfonso, figlio primogenito del Duca Cesare e di Virginia de’ Medici e futuro sovrano con il nome di Alfonso III, il quale, dopo aver aspettato tutta la vita per salire al trono, abdicò in favore del figlio dopo neppure un anno scegliendo la vita da Cappuccino sotto il nome di Padre Giovanni Battista.
Il dipinto mostra una gamma cromatica accesa e vibrante, ben differente rispetto al ritratto cupo del padre eseguito attorno al 1609. La diversa resa pittorica e l’inserimento di svariati elementi nello spazio chiuso della stanza hanno indotto alcuni critici a datare l’opera attorno al 1613-1614 anche se questa interpretazione non è accolta da tutti gli studiosi. La scena ora appare luminosa e allegra, la parete di fondo si apre su una finestra che lascia intravedere una lussureggiante vegetazione con una scena probabilmente di caccia. L’attività venatoria era la maggior passione del Principe e nell’opera viene rimarcata dalla presenza del cane, dipinto con naturalezza e di scorcio, ai suoi piedi. Nei ritratti di Peranda ricorre frequentemente il drappo rosso scostato, inserito alle spalle del protagonista. Anche in questo dipinto l’elemento è presente e, come le cortine e il gradino su cui poggia il Principe, sono elementi che richiamano una metaforica quinta teatrale.
L’elegante pittura di Sante Peranda che, per aderenza al reale richiama la pittura olandese, è evidente nella resa delle lumeggiature delle vesti, nella leggerezza delle piume e nella vaporosa gorgiera, tratti che rendono il dipinto aulico e affascinante.