Il ritratto fu eseguito da Luigi Manzini poco dopo la successione di Francesco V e si inserisce nella consueta ritrattistica ufficiale volta a celebrare il Sovrano.
Francesco V è raffigurato di tre quarti rivolto verso sinistra, la mano sinistra è avanzata e posata sulla spada mentre l’altra poggia sul fianco destro. Lo sguardo del Duca è diretto verso lo spettatore e sembra essere assorto, espressione sottolineata anche dalla bocca lievemente corrucciata. Sul giovane volto è presente una leggerissima traccia di baffi, i corti capelli neri sono pettinati con una riga laterale ai lati del viso. Il Duca indossa l’uniforme del Reale Corpo dei Dragoni e dal centro del colletto pende l’insegna del Toson d’Oro, onorificenza ottenuta nel 1836 dall’Imperatore. Lo sfondo è neutro e di colore scuro, gli unici oggetti presenti sono collocati alla sinistra del Duca e ricalcano uno schema compositivo “ufficiale”. Su di un tavolo sono dipinti tre oggetti che sottolineano il potere e le qualità del giovane Duca: il “Codice Estense” del 1771 indica l’amministrazione della giustizia in continuità con i suoi predecessori, il bastone del comando simboleggia il potere militare mentre quello politico viene rappresentato dalla corona.
Il ritratto eseguito da Manzini è in linea con le idee conservatrici del Duca, che viene rappresentato seguendo il rigido ideale dell’aristocrazia che si stringe attorno agli ultimi sospiri dell’Ancien Régime.