Beni storici – artistici

Ritratto di Leonello d’Este

A cura di

Federica Fanti

La storia di questo dipinto è legata a due grandi pittori quali Jacopo Bellini e Pisanello uniti da una competizione durata sei mesi per l’esecuzione di un ritratto di Leonello d’Este. Siamo nel 1441 e dopo pochi mesi egli diventerà Marchese di Ferrara, per questo desiderava un dipinto con cui presentarsi ai suoi sudditi. Purtroppo non è giunta fino a noi l’opera di Bellini, ma dai documenti sappiamo che fu preferita a quella di Pisanello entrando così tra i dipinti della collezione estense.

Davanti al “Ritratto di Leonello” si resta immediatamente affascinati dall’eleganza dei dettagli: il fine l’abito di broccato ricamato con un grande fiore sulla spalla e impreziosito da bottoni in perla fermati da uno spillo d’oro, le rose che circondano delicatamente la sua figura quasi a costituire una cornice naturale, ed infine il viso di Leonello regale e luminoso che si staglia netto sul fondo scuro. Il volto del prossimo Signore di Ferrara è caratterizzato da dettagliati tratti fisionomici che richiamano un’immagine ancora tipicamente gotica, dalla quale però si discosta per la scelta di ritrarlo di profilo. In questa decisione vi è il preciso intento di riferirsi all’arte antica e quindi di mettersi in continuità con un mondo ideale e perfetto. Condivisa sia dal committente che dall’artista era la passione per l’arte antica e l’ispirazione per rappresentare una nuova immagine di Principe venne probabilmente dalle effigi degli antichi imperatori romani incise sulle monete presenti nelle collezioni di antichità di Leonello.

Pisanello realizza un profilo il cui tratto peculiare è la capigliatura: le bionde ciocche sono tagliate “a scutella” e la fronte è rasata, come imponeva la moda francese del tempo. Questo iconico profilo sarà ripetuto sul recto delle sei medaglie celebrative che l’artista concepirà per Leonello tra il 1441 e il 1444, mentre sul verso era presente un’immagine emblematica con significati politici e allusivi alle virtù.

Il dipinto è stato sottoposto ad un intervento di restauro svolto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze tra il 2004 e il 2008 il quale ha portato alla scoperta che il fondo nero era una ridipintura posteriore, mentre il colore scelto dal pittore per il cielo era un bel blu che conferisce al dipinto una maggiore naturalezza.

La collocazione originaria del dipinto resta ancora incerta, ma le piccole dimensioni della tavola e la sconfitta nella gara con Bellini potrebbero far collocare l’opera nel famoso Studiolo di Leonello a Belfiore, inserito accanto alle Muse in una continuità di tematica.

Il dipinto si trovava inserito nell’inventario del 1835 della Galleria Costabili, venne poi acquistato all’asta da Alexandre Barker nel 1871. Successivamente l’opera è rintracciata nella collezione di Giovanni Morelli a Bergamo, il quale nelle volontà testamentarie decise di lasciare tutta la sua collezione all’Accademia Carrara di Bergamo.

Ubicazione

Accademia Carrara, Bergamo

Oggetto

Dipinto

Datazione

1441

Tecnica e dimensioni

Tempera su tavola 29,5 x 18,4 cm

Autore

Antonio di Puccio Pisano detto Pisanello

Crediti

The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=156421