Maria Teresa Sambin
Delizia di Migliaro - Casa Pavanelli
Alfonso I, Alfonso II, Ippolito II d'Este, Leonello
Bono da Ferrara, Iacopo Sagramoro
Non conosciamo le origini del palazzo estense di Migliaro, che sorse già in epoca basso-medievale. Nel 1251 il Comune di Ferrara, che ne era padrone, aveva infatti ceduto ad Azzo VII d’Este l’ampia fascia di terra lungo il Po tra Massafiscaglia e Valcesura. Tra il 1441 e il 1450 la residenza estense fu ampliata in maniera consistente da Leonello d’Este, che sopraelevò l’edificio, lo dotò di loggia e protiro d’ingresso con elementi architettonici lapidei e incaricò la bottega del pittore di corte, Iacopo Sagramoro, di realizzare la decorazione ad affresco di molte parti del complesso. Lasciato in eredità dal padre Alfonso I al cardinale Ippolito II nel 1533, insieme alle sue possessioni ridotte soltanto a sei, il palazzo venne ceduto poi ad Alfonso II per essere infine venduto a Giovanni Battista da Fiume nel 1576, uscendo così dal patrimonio estense. La documentazione cartografica settecentesca lo delinea come appartenente al marchese Fiaschi. Sopravvisse fino al 1856, quando venne demolito da Giuseppe Pavanelli di Migliarino.
via Vittorio Emanuele III, 27
FISCAGLIA
Ferrara
Delizia
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