Passeggiando nel centro storico di Ferrara, lungo le rosse cortine murarie di case e palazzi dove spiccano qua e là elementi di pietra bianca che impreziosiscono i sobri prospetti, viene la curiosità di scoprire cosa si celi oltre questi fronti dall’aspetto così misurato e uniforme.
Capitale estense nel periodo di massimo potere della famiglia, considerata per il suo impianto urbanistico innovativo, concepito dalla audace visione di Ercole I, la prima città moderna d’Europa, Ferrara ci svela la stessa magnificenza negli interni dei suoi edifici, ove troviamo pregiati apparati decorativi, spesso stratificati.
Il contrasto tra il rigore degli esterni e la vivacità degli interni ci suscita momenti di assoluta meraviglia, quando, varcando i portoni che si aprono lungo le mura in laterizio, si raggiungono gli interni più preziosi, dove la narrazione dipinta della bellezza, dei luoghi e degli avvenimenti, prende vita.
L’itinerario inizia sull’arteria cardine dell’Addizione Erculea, il Corso Ercole I, dove sorge il maestoso palazzo di Giulio d’Este fatto realizzare all’inizio del 500 dal padre, il duca Ercole I, nell’area appena urbanizzata e si conclude su quella che, nel medioevo, era un’isola fluviale creatasi alla confluenza dei due rami principali del Po di Ferrara, dove si trova il monastero benedettino di Sant’Antonio, fondato nel 1257 da Azzo VII d’Este e dalla figlia Beatrice, il primo monastero femminile nella città estense.
Edifici di rappresentanza, case nobiliari, palazzi ai margini della città nella ricerca di momenti di svago e natura, chiese cittadine e monasteri: le decorazioni sulle loro pareti, come pagine di un racconto, raffigurano con simboli e immagini, le fasi della vita di questi luoghi, dalle origini spesso fino ai giorni nostri. Una narrazione a volte esplicita a volte enigmatica, che arriva comunque diretta, seducendo chi si ferma a guardarla.